Mariano Lizzadro su Tre fili d’attesa

Le tue parole sono argilla e terra / nei vicoli di un paese silenzioso / sono memoria e ricordo / radicate come alberi alla terra/ le tue parole sono lievito e farina per il pane / odore di mandorle sapore di noci / voci e perle affacciate alla finestra dell’anima. (1 ottobre 2022)

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Tre fili d’attesa” è anche un diario intimo oltre che una breve raccolta di versi inediti. Se chiudo gli occhi mi sembra di vederli quei bambini che scorazzano per le vie ed i vicoli di paese, perché in fondo anche la mia fanciullezza è stata così. Quindi dal personale all’universale, la poesia di Maria Pina Ciancio disegna con tinte a tratti forti come la casa colorata di rosso, oppure coi tenui colori di pastello, i boschi e le foglie, un sentiero interiore, un cammino dell’anima umana. Scene di colore si alternano a scene di bianco e nero. Sono ricordi svaniti che l’autrice vuole fermare su carta forse come testimonianza di un mondo che non c’è più. Luoghi dell’anima, diventati ricordo, posti di anziani e bambini, tra passato e futuro, fermati e scolpiti nel tempo. I dolci profumi di lievito, gli odori che emanano le case di un mondo che è destinato a svanire nel dimenticatoio. (…)

Mariano Lizzadro

Recensione apparsa su Francavilla Informa.it

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Marina Minet su ‘Tre fili d’attesa’

Come non essere di parte dinanzi a una strada che spianandosi con grazia conduce teneramente alla meta. Ogni volta che una lettura intrattiene, in fondo aspiriamo a questo, sebbene nel mentre ci lasciamo cullare osservando con dovizia il suo paesaggio, che sia limpido o nebbioso, è questo che cerchiamo. Una meta compiuta, illuminante, dove grati e sfamati riposare con la certezza di una risposta nuova. Oltre l’ultimo verso di ‘Tre fili d’attesa‘ di Maria Pina Ciancio, ho trovato esattamente questo. L’esposizione poetica volta a una terra mai sepolta, pulsante come coscienza in sé, circondata da volti reali, tangibilmente compresi e amati e da luci sorelle molto care al mio sguardo. Nessuna ovvietà, nessuna imboscata nella sua poesia che fa del quotidiano quadri incisi sulla pelle. Solo devoto e umano splendore.
da Pillole (di)versi (pillolediversi.blogspot.com)

Marina Minet, 20 settembre 2022