Sulla rivista telematica Art-Litteram

Grazie a Cinzia Baldini e ad Art-Litteram

E’ un libro intimo e delicato questo di Maria Pina Ciancio, quasi un diario in versi, dedicato alla figura materna scomparsa dopo una lunga e dolorosa malattia nel 2012, come si legge nella dedica iniziale “A mia madre/ che mi ha insegnato i fiumi, i prati, l’erba/ e i passi sulla neve (…)/ e tutto ciò che oggi so sognare”.
Il libro si divide in due momenti: i ricordi d’infanzia in un viaggio reale quanto immaginario con la madre lungo le terre natie della Lucania “Ho camminato a lungo stanotte/ non so se sui miei passi/ o su quelli di mia madre (p.11) e i giorni del dolore della sezione “Silenzi d’erba”, quando la malattia imperversa decisiva e devastante e “la terra dei sogni e del ricordo/ cede e trema sotto i passi/ e si prende tutto/ gli occhi, il cuore/ i sogni e la bellezza” (p.23).
La scrittura è limpida ed essenziale, forte ed evocativa, il messaggio di amore puro e incondizionato.
La silloge è impreziosita dalle grafiche interne e da un disegno fuori testo raffigurante la maternità, del maestro lucano Giuseppe Pedota (Genzano di Lucania 1933 – Cremona 2010).

Maria Pina Ciancio
Assolo per mia madre (con grafiche di Giuseppe Pedota)
Edizioni L’Arca Felice 2015

fonte_ Art-Litteram

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Puntuale, come un vecchio amante

falcoQuesta è una delle cose belle che attraversano le nostre giornate e la nostra quotidianità. Ne feci la scoperta dopo un paio d’anni che abitavamo qui.
Un falco pellegrino si aggirava ogni giorno alla stessa ora, nel lembo di cielo sopra casa nostra. Dalle 13,00 alle 13,30 lo vedevamo risalire dal fondo della valle e con larghi volteggi raggiungere le prime abitazioni del paese. A una ventina di metri sopra il nostro tetto. Puntuale, come un vecchio amante. Due, tre giri larghi, poi di nuovo giù, verso il basso. Lento, lentissimo, immobilile nell’aria. Le ali spiegate senza gravità di storia e di memoria.
Lo osserviamo con aria trasognata dal terrazzino. Cattura tutta la nostra attenzione. Man mano che plana verso il basso, con giri completi e circolari, si fa sempre più piccolo, impercettibile, intermittente. L’orizzonte è vasto, immobile adesso. Colmo di magia e di mistero. Restiamo così, a scrutare il fondo della valle. Con insistenza, mentre scompare lungo il solco del Sinni tra le case sparse, gli alberi, la macchia ancora verde. Come in una fiaba bella, ripetuta tante volte e poi saputa a mente.

Ott. 2014

Tutti i loro volti di fronte

Uno studente non sa quanta gioia o quanto dispiacere può dare a un insegnante. E’ la terza ora e ho i loro volti tutti di fronte, mentre svolgono una prova di inizio quadrimestre. Tra i loro nomi, ci sono quelli del presente e quelli del passato. Alcuni scrivono, altri chiedono, altri confabulano tra loro, altri ancora se ne stanno col naso all’insù o con lo sguardo oltre la finestra, anche quando piove. Un insegnante vede tutto, osserva tutto. La cattedra non ha più potere (non è più niente oggi) ma è un osservatorio privilegiato. E un insegnante sa che ci sono quelli che a quattordici anni sono già centrati su se stessi e quelli si lasciano fluttuare scomposti dall’accadere delle cose. Apatici a tutto. Disorientati e confusi. Eppure sono questi che vorresti tirar fuori dal loro mondo trasognato, magico o tormentato, trascinarli dentro le cose, con la stessa passione che ci mettono in una partita di calcio o quando si truccano per uscire con le amiche. Dal fondo dell’aula Marcello alza la mano e risponde a quattro domande in fila. Dicono che sia un po’ bullo e che snervi gli insegnanti. A scuola ci sono infinite categorie di studenti. Ma a questo giro Marcello risponde e basta. Partecipa. E questo per adesso mi piace, mi dà gioia.

Sett. 2014

Sull’intimità

La ripetizione rassicura. E’ prova di intimità. E’ il respiro stesso dell’intimità (Pennac)

Ho comprato un pigiama azzurro e quattro  nuovi appassionanti romanzi questo fine settimana a Roma. I pigiami, come i libri mi restituiscono più di qualsiasi altra cosa un senso di discreta e silenziosa intimità. Un atto di resistenza gratuito a tutte le contingenze. Tutte. Venti pagine lette di fretta in metropolitana, rilette stanotte, in pigiama, contro il crepitio battente e insistente della pioggia. Contro il grande esterno. Leggo fino a pagina centodue. So cosa significa la riconciliazione.

Maria Pina Ciancio