La poesia è l’esperienza di una soglia/ dello stare nei difficili confini/ del chiaro e dello scuro (M. P. Ciancio)
STANZA 2211
Inciampo tra i fogli
pesanti e accartocciati
nella stanza
Una notte d’inchiostro
non basta a cambiare la vita
fino a ieri
*
IL POETA SCALZO
Sotto la luce nudo
spoglio come un melo
attraversato da rughe
verticali
*
LA PAROLA PER RICOMINCIARE
Portatemi via tutto
(i sogni, l’anima, la felicità)
ma lasciatemi in segreto
la parola per ricominciare
*
ARABESCHI DI PAROLE
Andare o restare
Possibilità di scegliere
fin dove arrivano arabeschi di parole
*
IL DESTINO DELLE PAROLE
Il destino delle parole
è morire senza storia
e senz’anima
schiacciate tra le pareti bianche
dei ricordi
dove riscrivo memorie
pregando senza saperlo
*
LA PAROLA ASSENTE
Ho gli occhi freddi
di parole riscritte
fino all’astrazione
dell’incomprensione
*
LA CODA DEL SERPENTE
La scrittura è un compromesso tra una libertà e un ricordo…
Una fuga
(incognita e banale)
per non scivolare
ancora dentro parole
consumate e ambigue
chiuse in un transfert
divorante all’indietro
[Sulla scrittura]
C’è in questi versi tratti da “Il gatto e la falena” un bisogno di riflessione sul linguaggio e sul senso della parola, che da una parte nega, perchè abusata, soggetta a fraintendimenti ed incapace di esprimere l’essenza fino in fondo, e dall’altra salva; in un’oscillazione continua tra LIMITE e BISOGNO che confesrisce al testo tensione e dinamismo.