Teresa Armenti su “Tre fili d’attesa”

Delicato, raffinato ed elegante. Originale, autentico e misterioso, con il sigillo rosso scarlatto in ceralacca.

Così si presenta il florilegio “Tre fili di attesa” di Maria Pina Ciancio, come uno scrigno tenuto nascosto nel cassetto per 15 anni, ora quasi timoroso di presentarsi al lettore, a cui si raccomanda di aver cura, nello sfogliarlo, delle carte pregiate ed ecologiche Favini.

La raccolta, che si apre con una citazione di Cesare Pavese sui luoghi natali, è una perla incastonata tra la dettagliata introduzione di Anna Maria Curci e l’efficacenota di Abele Longo, trasformata in visione pittorica dalla stampa di Stefania Lubatti.

Le pagine si lasciano teneramente accarezzare, si aprono a ventaglio e ti avvolgono in un’atmosfera vellutata, dove, in balìa del vento, si mescolano ricordi, stati d’animo, sensazioni. La poetessa ti prende per mano e ti trasporta lungo i vicoli stretti del suo paese, che di mattina odorano di fresco e di pulito, ti fa sentire l’odore del pane appena sfornato, ti presenta quadretti di vita quotidiana, con le ringhiere dei balconi rovinate ,popolata da volti che hanno un nome. Gennaro e Vincenzino, avvolti da volate di fumo, trascorrono il tempo in attesa; zio Pietro, immerso nel passato, sta seduto davanti alla casa dipinta di rosso con il legno del bastone sotto il mento.

Antoniuccio Vito, invece, ha preferito lasciare la vita con una corda appesa al collo e Giacomino appena nato è salito al cielo. C’è chi parte e non torna più, come Vituccio e chi resta aggrappato agli orli delle case, come i vecchi stanchi e chiusi nei loro ricordi. Padre e figlio si siedono a cena intorno a un tavolo, ma il primo mastica lentamente e il secondo ha fretta di andare. Non c’è l’incontro tra le generazioni, che si ignorano a vicenda senza affrontare i loro problemi. Il silenzio domina dovunque soprattutto d’inverno e di notte viene disturbato dal latrato di un cane. C’è un’umanità dolente e rassegnata, nido sfilacciato sull’albero d’inverno. La poetessa delinea, così, il profilo dei piccoli paesi lucani… (…).

Teresa Armenti

L’articolo continua qui: https://insubriacritica.blogspot.com/2022/12/tre-fili-di-attesa-di-maria-pina.html

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